Il cartellone del Metastasio raccontato dal writer Dem

Su commissione di Franco D’Ippolito, direttore della Fondazione Teatro Metastasio di Prato, lo street artist Dem è stato chiamato a rappresentare sui muri della città il programma della prossima stagione del Teatro Metastasio di Prato: gli spettacoli in cartellone da ottobre 2016 a maggio 2017 al Met resteranno impressi sui muri dell'ex lanificio Calamai di viale Galilei, come a dire "il teatro scrive la città" ovvero "la creazione drammaturgica riempie di senso anche i muri della città".  
"Ho avuto un incontro con il direttore e il presidente – spiega – che mi hanno illustrato gli spettacoli. Poi ho fatto un giro per Prato e mi sono messo all'opera".
Il murale non ha un titolo per scelta del suo autore e verrà arricchito anche con porte vere installate sui muri della fabbrica.

Dagli appunti di lavoro di Dem
LA CITTÀ DI PRATO “Una coppia donna/uomo osserva gli elementi che rappresentano Prato, città multietnica simbolo stesso del mondo occidentale e del suo rapido cambiamento: sotto una luna piena appaiono l’Etrusco, rappresentante il passato storico del luogo, la Donna cinese, simbolo della notevole comunità asiatica, l’Uomo-albero, personaggio legato alla natura, e il Danzatore afro sudamericano, icona dei rispettivi gruppi etnici. Al di là del pianeta-cielo c’è il personaggio Inimmaginabile che raffigura un ipotetico futuro in cui i vari elementi/etnie della città si fondono al di là delle differenze sociali, etniche e di genere. L’Inimmaginabile, che è composto da una stele etrusca, un leone cinese e una faccia donna/uomo che è il simbolo medioevale degli ermafroditi, invita gli spettatori e sostiene un cartello con la scritta MET”.

GLI SPETTACOLI DEL MET DELLA STAGIONE 2016/2017 “Il cappello-serpente a sonagli del Danzatore afro sudamericano è un riferimento allo spettacolo Il berretto a sonagli del Teatro Dioniso.
A rappresentare DragPennyOpera di Nina’s Drag Queens è stato dipinto all’uomo-albero un cuore mezzo nero e mezzo rosso, annerito dalla vita ma pulsante come quello dei suoi personaggi e la doppia faccia dell’ermafodito del personaggio “Inimmaginabile”.
Per Isolotto di Virgilio Sieni e Eivind Aaerset la metafora del corpo che danza e dell’incontro tra uomo e natura è rappresentata dalle diramazioni del personaggio dell’Uomo-albero.
Il rapporto dei personaggi in un percorso d’evoluzione di Casa di bambola con la regia di Roberto Valerio viene rappresentato nella coppia uomo-donna e dalla loro spirale con l’ovulo fecondato.
Per il Faust di Li Meini troviamo la mefistofelica maschera posta al di sopra della testa del personaggio della Donna cinese, ispirata al trucco del pagliaccio Chou presente nel Jingju, l’Opera di Pechino.
Per lo spettacolo Lus del Teatro delle Albe ho inserito l’aruspice etrusco, veggente e guaritore come la protagonista Belda.
Per Virgilio brucia di Anagoor il rapporto uomo-natura e i riferimenti ad antichissime tradizione europee vengono rappresentati dalla maschera e dal costume arboreo dell’Uomo-albero.
Per Amore ai tempi del colera di Cristina Pezzoli, il fusion caraibico musicale è raffigurato dal Danzatore afro sudamericano stesso e dalla sua mise con pattern colorati.
Il pianeta-cielo è inspirato al titolo stesso de Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini.
A MDLSX dei Motus s’ispira la libertà di divenire del personaggio stesso dell’Inimmaginabile con la sua faccia uomo/donna da ermafrodito rappresentante la protagonista.
Il coltello conficcato nel tronco dell’Uomo-albero fa riferimento al coltello del ladro di Quaderno per l’inverno di Massimiliano Civica.
Lo spunto di riflessione per osservare il mondo con occhi diversi dalla nostra condizione occidentale e giudeo- cristiana arriva da La democrazia in America della Socìetas Raffello Sanzio.
Il riferimento alle gocce d’acqua da La pioggia che va di Marco Cupellari.
Il personaggio della Donna cinese è anche inspirato all’idea di Plutocrazia di Archivio Zeta con la sua investigazione sulle condizioni della comunità cinese in occidente e sul loro stile di vita che li porta a vivere nello stesso luogo in cui lavorano, la donna lavora con un pigiama a pattern inspirato a un rifacimento di Topolino, metafora della non divisione tra vita e lavoro e del capitalismo stesso”.

Dem è uno street artist di origini lombarde, uno dei più accreditati writer italiani. Dipinge principalmente in posti abbandonati, fabbriche e cascine e crea personaggi bizzarri, creature surreali, abitanti di uno strato impercettibile della realtà umana, di grandi dimensioni, solitamente alti 5 metri o più, mixando esseri umani, animali, figure mitologiche e ultimamente anche piante e fiori. Fin da piccolo ha disegnato animali, spesso creando degli ibridi di sua fantasia, nel 1990 ha iniziato a dipingere sui muri facendo graffiti e soltanto nel 2001 è passato dagli spray alla vernice muraria. Multiforme ed ironico, moderno alchimista, le sue opere che spaziano dal wall-painting, all'illustrazione, alla pittura su tela, si arricchiscono di un linguaggio simbolico che invita ad elaborare un proprio codice d'accesso per questo mondo enigmatico ed arcano. L'avvicinamento a tematiche antropologiche e legate alla natura stimolano l'artista a una costante sperimentazione, giunta negli ultimi anni alla produzione di un film e alla creazione d'installazioni composte esclusivamente da materiali naturali. Oltre alla produzione nelle fabbriche abbandonate e nei boschi, scelti come sfondo ideale per i suoi lavori, DEM vanta varie pubblicazioni ed esperienze espositive, come la personale alla Oro Gallery di Goteborg e la partecipazione alla mostre Street Art, Sweet Art al PAC di Milano, Nomadaz alla Scion Installation di Los Angeles e CCTV all'Apostrophe Gallery di Hong Kong.

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